🔄️ Memorie meridiane

Views: 48

➡️

Vita in collegio nel secolo scorso

Convitto nazionale 🔗
[dal lat. convictus «il vivere insieme»]. Struttura nella quale i ragazzi vivono insieme per ricevere adeguata educazione ed istruzione. E’ stata un’istituzione statale che permise dall’unità d’Italia, per circa un secolo, la frequenza dei licei agli alunni dei piccoli centri periferici consentendo l’accesso all’università.
Nel dopoguerra i figli maschi dei benestanti, residenti nei borghi italiani, per ottimizzare la qualità dell’istruzione solevano studiare nei Convitti nazionali in comunità.

I convittori erano inquadrati in quadre di 25 ragazzi cadauna. L’organizzazione era di tipo militare, il regolamento prima di tutto!
Non esistevano punizioni corporali, ma venivano somministrate singolari castighi: senza mela a pranzo; senza cinema la domenica; in piedi nel corridoio durante la ricreazione; senza merendina – normalmente un panetto di mela cotogna – nella pausa pomeridiana …
La punizione più frequente veniva disposta se si osava parlare al compagno durante gli spostamenti inquadrati in file per due come nelle marce militari o dei reclusi di Alcatraz in California.

La giornata era regolamentata da rigidi orari: sveglia alle ore 7,00; 30 m. per l’igiene personale compreso l’uso dell’unico bagno per una ventina di convittori; alle 8 inquadrati in fila per due si raggiungeva la sala mensa per la colazione poi in squadra a rapporto con interrogazione casuale sui compiti assegnati per quel giorno. Chi risultava impreparato era segnalato nel diario del giorno e veniva punito dal vice rettore: senza mela a pranzo, in corridoio durante la ricreazione oppure senza il cinema domenicale per i più impreparati.
Dopo l’attività scolastica, il pranzo era dalle 13,30 alle 14. Alle 14,30, sempre inquadrati in fila per due, si raggiungeva il cortile dove per un’ora si poteva giocare a pallone. Alle 15,30, sudati come spugne e senza cambiarsi si raggiungeva la sala studio, ognuno al proprio banco e in assoluto silenzio per evitare punizioni. Si studiava sino alle 0re 17. Mezz’ora di ricreazione in cui  si consumava la merendina. I puniti, per es. perché sopresi a parlare in fila, erano confinati in piedi nel corridoio a debita distanza tra loro se i puniti erano più di uno.
Alle 17,30 di nuovo studio sino alle 19,30. Non si poteva andare al bagno se non dopo forti insistenze. Non doveva volare una mosca, pena “senza cinema” la domenica.
Dalle 19,30 alle 20, si andava cena sempre inquadrati come in caserma. Dalle 20,30 alle 21 ricreazione nella sala studio con esclusione dei puniti in piedi nel corridoio.
Alle ore 21, tutti a letto in doveroso silenzio in camerate collettive. Fortunatamente chi aveva necessità poteva usufruire dell’unico bagno disponibile. Il secondo bagno era normalmente sequestrato dall’istitutore a suo uso e consumo.

La domenica i non puniti, sempre inquadrati in fila per due e vestiti di ordinanza con divisa militare in cui spiccavano le ghette bianche che coprivano le scarpe, si raggiungeva il cinema cittadino per godersi lo spettacolo.

Qualche attività sportiva era consentita: pallacanestro, scherma, atletica.

Le ragazze si vedevano solo a scuola se si aveva la fortuna di frequentare classi miste! Altrimenti rimanevano i fumetti!

L’estate, il mese di luglio, tutti alla colonia marina del convitto, a Cesenatico.

Si stava a casa con i genitori i mesi di agosto e settembre, 4 giorni ai morti, le vacanze natalizie e pasquali!

Regolamento sui Convitti nazionali
Quando da quattordicenne mi resi conto che l’organizzazione della scadente vita in convitto non corrispondeva  al regolamento statale, valido su tutto il territorio nazionale, per approfondire mi appropriai del libricino regolamento intravisto sulla scrivania del vice rettore. Visti i controlli polizieschi, come ci riuscii non so. Sta di fatto che quando si accorsero che il regolamento era scomparso, successe il finimondo. Allarme generale e perquisizioni globale ad personam. Tutta la dirigenza intervenne allo scopo di recuperare il regolamento trafugato. Il convitto fu messo sottosopra. Gli istitutori tenevano d’occhio le proprie squadre cercando di capire dove fosse finito il regolamento stampato dl poligrafico dello Stato. Furono perquisite le scrivanie personali, gli armadietti nella camerata dove erano i nostri letti, la biblioteca … ma l’oggetto del reato era introvabile.

Non sapevo come liberarmi della refurtiva e mi avrebbero sicuramente scoperto e duramente punito, questa volta non togliendomi la merendina o escludendomi dal cinema domenicale. Ebbi un’idea geniale che risultò vincente. Chiesi di andare al bagno e nel percorso nascosi il volumetto dietro un quadro appeso in un corridoio che non cadeva perché era leggero e sottile e il quadro con il suo peso lo sosteneva attaccato al muro. Quella volta la scampai per miracolo!

Dopo la maturità nel lasciare il Convitto trafugai i quaderni ufficiali dei rapporti sulla qualità delle interrogazioni mattutine. Li conservo ancora!

🤵 ©️Antonio Mancuso

🎙️ Intervista all’anonimo convittore

🟢 Un pezzo di vita senza retorica, con ironia ed un filo … solo un filo di amarezza.
🟢 Il convitto, una sorta di leva per istruzione piuttosto che addestramento militare o entrambe?
🟢 Le punizioni e le distanze di questo “vivere insieme” permettevano la condivisione di un disagio?
🟢  C’erano discriminazioni e privilegiati?
🟢  La lontananza da affetti primari e la mancanza di una relazione con il genere femminile ha influenzato la sfera affettiva negli anni a seguire?
🟢 Il senso di giustizia dell’autore ha spinto precocemente ad un atto pericoloso e rivoluzionario, trafugare genialmente il libricino del regolamento. Questa trasgressione, portata a compimento e conservata, ha rappresentato uno stimolo a perseguire degli ideali sui diritti delle persone?

🎙️ Elisabetta Romanelli

Riferimenti

📖  Convitto nazionale, Wikipedia
📖 Regio decreto 01.09,1925, n. 2009 – Regolamento per i Convitti nazionali

Convitto “P. Colletta”, Avellino


Convitto “M. Delfico”, Teramo

Convitto anni ’60, attività sportiva

Convittore, anni ’60
In corridoio per 2 giorni e senza cinema In corridoio, senza cinema + isolamento
Ritratto di una compagna di scuola

Loading

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *