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Sul pensiero unico o mainstreamPensiero unico loc. s.le m. Omologazione, assenza di differenziazione nell’ambito delle concezioni e delle idee politiche, economiche e sociali. E’ una tendenza prodotta dai mass media che influenza la società odierna indirizzandola verso comportamenti uniformati e di utilità per chi la propone. Il consenso viene acquisito con manipolazioni subdole, in parvenza democratiche, che in assenza di obblighi o coercizione, è accettata ed a nostra insaputa la società diviene totalizzante in antitesi col concetto di democrazia.Prevale soprattutto fra gli analfabeti funzionali, in cui è ridotta la capacità critica, la coscienza civile, l’agire razionale … con l’affermazione di una società omologata, conformista e consumista, predisposta ad assorbire qualsiasi cosa gli viene propinata. Nella società dominata dal pensiero unico gli stili di vita sono determinati dalle “tendenze”, dai comportamenti delle persone di successo … e ne sono influenzate anche le famiglie a basso reddito indotte alla soddisfazione di bisogni non primari. Negli infiniti dibattiti televisivi, sui giornali, sui social … sulla crisi Ucraina la maggioranza delle persone omologate segue il pensiero unico che, su questa questione, ha deciso che i Russi sono i “lupi” carnefici e gli USA e loro alleati gli “agnelli”, senza risalire alle cause oggettive che hanno provocato la tragedia, con ciò pensando che la guerra va sempre evitata e condannata. Fake news – Letteralmente “notizie false” o bufale designano una informazione non veritiera che viene diffusa intenzionalmente in campo mediatico, in particolare il Web, per acquisire consenso e contrastare gli avversari per il mantenimento e lo sviluppo del sistema di potere economico-politico. Politically correct (Politicamente corretto) – Orientamento ideologico e culturale che prevede l’eguaglianza totale fra i suoi membri con identici diritti e doveri ed eliminazione dei pregiudizi di genere, razziali, religiosi, etnici, di età, di orientamento sessuale … L’obiettivo è la necessità di evitare un linguaggio in grado di offendere qualcuno, anche senza volerlo. Questa tendenza presuppone l’esistenza di una società liberale in cui tutto è permesso e in vari modi sanziona i trasgressori. Anche gli stereotipi non vanno utilizzati: zingaro, gay, ebreo, negro, novax … e all’occorrenza stigmatizzare i non allineati. Liberismo – E’ un sistema economico che prevede la assoluta libertà economica in cui lo Stato non deve intervenire per regolamentarlo, ma si deve occupare solo dei servizi pubblici per soddisfare i bisogni della popolazione che l’iniziativa privata non è in grado di fornire. Il termine si contrappone a statalismo. La società dei consumi – Importata dagli USA negli anni cinquanta del secolo scorso, prevede l’acquisto sfrenato di beni non primari o di status. Neolingua – E’ una modalità di espressione universale globalista in cui il lessico conosciuto è ridotto all’essenziale. Si sta diffondendo soprattutto fra i giovani e sta inquinando e progressivamente sostituendo le lingue nazionali, con riduzione della capacità di espressione. Predispone al pensiero unico e prevede l’uso di termini assunti dai paesi dominanti, in particolare USA. Altri anglicismi come workshop (seminario), abstract (riassunto), fashion (moda), cash (contanti), food (cibo), gossip (pettegolezzo), look (aspetto), make up (trucco), brand (marchio), cash (contante), cover (copertina), fashion (moda), location (posto/luogo), meeting (riunione/assemblea), staff (personale), store (negozio), ticket (biglietto) … non andrebbero utilizzati. Si sfocia nel ridicolo quando gli anglicismi vengono comunemente usati dalle Istituzioni come jobs act (legge sul lavoro), spending review (taglio della spesa pubblica), Whistleblower (allertatore civico), lockdown (confinamento), hot spot (centro di identificazione) … Se a ciò aggiungiamo la simbologia diffusa dai Social media: faccine, acronimi, sigle … la capacità di espressione e di comunicazione viene limitata enormemente ed è sempre meno efficace. Omologazione – I mass media concentrati in poche mani, sponsorizzati da gruppi di potere e da politici compiacenti che ne ottengono vantaggi, hanno creato un sistema di comportamenti omologati. Conclusioni – La riflessione descrive la società odierna, vittima del “pensiero unico”, che si sta lentamente allontanando dai principi democratici fondativi che l’hanno resa giusta e opulenta. I principi della nostra Costituzione sono diventati cosa astratta ed il potere politico non la rispetta quasi più. Stiamo scivolando verso la “dittatura” economica del globalismo imperante dove i popoli non contano più niente. Il profitto è sovrano; i ricchi sono sempre più ricchi; i più poveri sempre più poveri; la classe media che garantiva un buon livello di vita sta degradando; i servizi che lo Stato fornisce e che dovrebbero garantire un minimo di qualità della vita a tutti sono sempre meno efficaci e definanziati … Mala tempora currunt 👽 Sul pensiero unico o mainstream – 06.03.2022 |
Riferimenti: Noam Chomsky, Theodor Adorno, Herbert Marcuse, George Orwell, Émile Durkheim, Max Weber, Zygmunt Bauman, Antonio Gramsci.
📖 George Orwell, 1984 (Nineteen Eighty-Four), 1949 📖 F. Faloppa, Politicallycorrect. Appunti per una riflessione storico-critica, Oxford, 23.09.2016 |
Non so perché ma stamane ho voluto fare un breve bilancio di questi ultimi anni, di come hanno influito sulla mia vita, sui miei stati d’animo. Mi accorgo che gli eventi sono stati talmente numerosi ed importanti che faccio fatica a identificarli nella finestra temporale in cui sono realmente avvenuti, spesso i ricordi si accavallano, si ingarbugliano, si mescolano al punto che rischio di confonderli.
Tutto parte dalle elezioni politiche del 2018 il cui lunghissimo parto fu uno scellerato patto tra 5S e Lega, questo primo evento è l’innesco dell’incendio che ha distrutto la coerenza, la logica delle cose. Purtroppo, il destino sempre crudele e cinico, ha proseguito in questa opera di demolizione delle nostre certezze con l’altro abbraccio fraternamente mortale tra PD e 5S ed il successivo inevitabile Governo tecnico. Ma il fato quando decide di volerti destabilizzare non si accontenta di averti scombussolato il cervello con eventi come quelli descritti sopra, il fato vuole polverizzare anche le altre poche certezze, convinzioni che ti sono rimaste e che fa?
La sorte usa un pipistrello, un innocente pipistrello che pare o così ci raccontano, assieme ad un altrettanto innocente ed innocuo pangolino, in combutta forse con qualche ricercatore in un oscuro laboratorio innesca, aiutato molto anche dal main stream, il panico mondiale. Da qui parte la tempesta, lo tsunami, il terremoto che sconquassa la materia cerebrale. Segna l’inizio del nuovo medioevo. Il virus è talmente potente che affligge tutti, persino quelli che non contraggono la malattia, la paura li attanaglia e quando si ha paura e si è presi dal terrore diventiamo tutti fragili. Infierisce soprattutto sui potenti della terra che colpiti da una ischemia cerebrale e presi dall’ansia di perdere il controllo ed il potere, nel tentativo di recuperare le funzioni a loro vitali permettono il riaffiorare dei peggiori istinti primordiali. Emergono e viaggiano liberi l’impulso di sopraffazione, la prevaricazione e la violenza. Niente possono fare le cellule del ragionamento, l’ischemia le ha sconfitte e giacciono morte, a quest’ora già in via di decomposizione.
Mi sento come se fossi stato strappato da terra da una enorme tromba d’aria. Attorno a me ruota di tutto: politici, virologi, capi di stato, metano, bollette, guerra, donne morte e seviziate, bombe, fango, piogge torrenziali, frane, sangue e miseria, canali TV, giornali, social media, missili e droni.
In questo rumoroso e devastante caos ogni tanto si alza una voce di altri travolti nel vortice, si sente un grido. E’ un urlo forte, è un urlo disperato che distintamente dice PACE, è una voce che chiede di fermare tutto questo assurdo devastante turbinio. So che se questo twister si fermasse di colpo, come nelle vere trombe d’aria tutto ciò che contiene cadrebbe di colpo a terra, cadrebbe fragorosamente sulle macerie che questi ultimi anni ci hanno procurato. Resterebbe un enorme devastazione, macerie su macerie, ma sarebbe l’unico vero punto di inizio per tentare di ripartire e sperare di recuperare in parte quello che abbiamo già perso.
Scrivo in parte perché temo che alcune cose, alcuni valori, alcuni diritti li riavremo solo fra qualche decennio ed alcuni di noi non potranno godere della conclusione e della chiusura di questo terribile capitolo nella storia dell’umanità. Sulla mia epigrafe voglio che si scriva: un cittadino comune che stoicamente ha resistito a tutto. Dai politici ai governi tecnici, dalla globalizzazione alle truffe in rete, dalla pandemia alla guerra in Ucraina, al pensiero unico.