☀️ Pensiero meridiano

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Il pensiero meridiano

E’ una corrente di pensiero e filosofia di vita dei popoli del sud, del mare e della luce … ≼Si inizia a sentir dentro laddove inizia il mare, quando la riva interrompe gli integrismi della terra [1]E’ un pensiero lento fondato sulla contemplazione e sulla relazione tra l’intelligenza e il paesaggio ispirato dal ”genius loci”, entità naturale e soprannaturale come relazione tra Genio e luogo fisico, metafora per definire l’identità di un luogo.
Si avverte in prossimità degli orizzonti marini che fanno intravvedere terre sconfinate in cui popoli “diversi” vivono e relazionano in un ambiente in cui l’humus genera modelli di vita semplice, libera, resistente al globalismo imperante e totalizzante.
È sulle rive del Mediterraneo che si manifesta il contrasto con la modernità inconsapevole, abbagliata dallo sviluppo sfrenato teso alla mera accumulazione di capitale che viola le regole di governo dei principi naturali alla base dell’equilibrio della vita del globo terraqueo.

La lentezza come modello e metodo di vita
Per capire i mondi che si celano al di là del mare occorre una immaginazione non condizionata dalla realtà, formatasi come conseguenza della storia e delle azioni umane che hanno determinato l’attuale assetto dei Paesi che si intravvedono al di là dell’orizzonte.
Il Mediterraneo va considerato come un contenitore di popoli non più divisi da frontiere artificiali; un mediatore che metta al centro del proprio interesse i confini come linea di divisione e di contatto tra gli uomini e le civiltà che possono relazionare pacificamente evitando conflitti sanguinosi e del tutto inutili. E’ un nuovo modello di organizzazione sociale e politica che tiene conto della Geografia e delle relazioni fra i popoli basate sulla convivenza pacifica e non sullo sfruttamento di risorse altrui, su teorie colonialistiche o su fatti bellici.

Natura e sviluppo insostenibile
L’antropocentrismo basato sul mito del progresso a tutti i costi non ha tenuto conto che la crescita illimitata non è possibile, dato che le risorse sono esauribili.
Il sistema economico globalista opera in dispregio dei principi che regolano i processi naturali in cui il tutto è una immensa unità funzionale che non va forzata, pena disastri irreversibili.
Il pensiero meridiano contemplativo dei popoli mediterranei immagina il suo futuro in contrasto al modello utilitaristico del capitalismo occidentale industrializzato senza regole.

Diversità come valore
La diversità va considerata come “valore”, non come un ostacolo al progresso, per realizzare una società più umana e giusta in un contesto in cui nord e sud hanno punti di vista diversi che possono però convergere.
Il pensiero unico descrive il sud come paradiso turistico o come inferno mafioso. Nell’immaginario del nord si va in vacanza al sud perché attrattivo: ottimo clima, sole, mare, cibo genuino, divertimenti …
Il pensiero meridiano invece pensa al sud come qualcosa di diverso dall’immagine vacanziera consolidata. Dovrebbe diventare un soggetto autonomo, protagonista e avviarsi alla modernità in un modo originale in cui il sud è portatore di un’idea di lentezza che non è sinonimo di arretratezza.
Le culture si devono aprire, devono dialogare per costruire un universale in cui ciascuno dà un contributo.
il Mediterraneo è stato da sempre un mare punto di contatto e di conflitto in cui è impossibile sottrarsi al rapporto con l’altro, anche se questo rapporto ha attraversato stagioni molto diverse.

Geocentrismo della penisola italica
L’Italia, al centro del Mediterraneo, è un territorio di collegamento tra l’Europa, l’Africa mediterranea e il medio oriente; è un punto di passaggio e di contatto per tutti i popoli che abitano in queste regioni.
Le culture si devono aprire, devono dialogare per costruire un mondo migliore. Gli integralismi e i fondamentalismi, presenti ovunque, vanno combattuti perché vedono negli altri il male. Anche il nostro fondamentalismo basato sul capitale va ridimensionato e ripensato. E’ con questa prospettiva che potremo iniziare a sconfiggere il fondamentalismo altrui.
La globalizzazione ha messo in crisi anche gli stati nazionali: di fatto ne ha ridimensionato profondamente la forza e il potere e ne disgrega il collante collettivo.

Questione meridionale
Con la caduta del Muro di Berlino nel 1989 e la conseguente dissoluzione delle ideologie novecentesche, il sociologo Cassano ha elaborato un pensiero “dell’altra riva” secondo il quale il Sud deve rinunciare alla competizione col nord (persa in partenza) per affidarsi alla propria natura “meridiana”.
A fine secolo XX, in Europa tornavano a manifestarsi nell’ex Iugoslavia, forme di etnocidio, xenofobia, razzismo. Appaiono Tangentopoli, Mani Pulite e la Lega padana. La «questione meridionale», al centro del dibattito politico sin dall’unificazione nazionale veniva oscurata alla subentrante «questione settentrionale». Il leghismo aveva prodotto effetti devastanti per la percezione e la rappresentazione negativa delle popolazioni meridionali con visioni antropologiche razziste quasi oscurando le teorie dei Lombroso e dei Niceforo.
Sulla base di questa premessa disastrosa la soluzione va trovata nel rigetto del meridionalismo lamentoso, inconcludente e del capitalismo distruttivo, totalizzante, invasivo che tutto ingloba a fini mercantilistici. E forse la modernità non è estranea alle patologie che affliggono il sud, ritenendo erroneamente che esso ne sia la cura.
Anche il “mangiare meridiano” sano è compreso nell’orizzonte invisibile del mare. Non è apologia delle tradizioni alimentari del Mediterraneo; non è retorica del passato, ma una riscoperta delle esperienze trascorse, collegamento autentico alla tradizione, capacità di meditare sull’esperienza e renderla attuale modello di abitudini alimentari naturali.

Anche le tradizioni vanno storicizzate
La complessità e le contraddizioni dell’universo Mediterraneo non vanno scusate con l’autoassoluzione e la giustificazione del degrado del Sud. La prospettiva meridionale può portare a un ribaltamento dei modelli economici e politici sin qui seguiti dando un contributo originale al processo di integrazione europea che sappia apprezzare la partecipazione valorizzando i valori intrinseci dei popoli Mediterranei.
Questa visione potrebbe rivelarsi una opportunità anche per il nord e andrebbe abbandonato il mito di inseguirlo per omologarlo.
Bisogna smettere di imitare le politiche nordiste (ad un certo punto, superata una certa soglia, la crescita diventa “infelice”) scegliendo originali prospettive di vita e di sviluppo con altri valori, basati su nuovi ritmi, cadenze, ritardi.
Riannodare i fili con la tradizione potrebbe rivelarsi una strategia vincente in una situazione di confusione delle narrazioni meridionali in presenza di comunità frammentate, deportate, sradicate e sparse nel mondo da politiche demenziali e partigiane orientate a favorire il nord del Paese.
Una riflessione ed un cambio di visione ispirato al p. m. potrebbe essere un inizio per cercare di riscostruire un sistema di valori che affondano nella tradizione.
L’antica Grecia col suo territorio frastagliato, immerso nel mare, ha intavolato relazioni con tutti i territori mediterranei consentendole di diffondere la cultura e la civiltà ellenica cosa impensabile senza il mare.

Conclusione
Il pensiero meridiano rivoluziona i paradigmi del racconto del Sud e dell’essere meridionali con una nuova visione del mondo; con nuovi modelli di vita più semplici; sull’uso ragionato delle risorse naturali; con relazioni pacifiche fra i popoli basati sulla fratellanza e sugli interessi comuni. I conflitti e le guerre che non hanno mai portato nulla di buono vanno rigettati.

Homo faber suae quisque fortunae – L’uomo è artefice del suo destino.
[Gaius Sallustius Crispus]

[1] Il pensiero meridiano si è sviluppato negli anni ’90 in seguito al saggio “Il pensiero meridiano” di Franco Cassano, sociologo dell’Università di Bari, elaborato come stimolo per pensare al Mezzogiorno come risorsa, non come territorio sottosviluppato e colonizzato.

⏳ 12/06/2022

📖  Riferimenti

Censis, La nuova geografia socio-economica del Mezzogiorno, Roma 1981

Gramsci, La questione meridionale, Roma, 1990

Schmitt, Terra e mare, Milano, Adelphi, 2002

Cassano, Il pensiero meridiano, Laterza, Bari,  2003

Camus, L’estate e altri saggi solari, Bompiani, Milano, 2003

Saraceno, Il nuovo meridionalismo, Napoli, 2005

Fogu, Il pensiero meridiano oggi: Intervista e dialoghi con Franco Cassano, © California Italian Studies, 2010

Camus, L’uomo in rivolta, Bompiani, Milano, 20Castoro – A. Camus. Il pensiero meridiano, Salento Books, Nardò, 2015

Teti, Franco Cassano, Tra meridione e meridiano: un ricordo – © Quel che resta, 24.02.2021

G. Pisa , La «Dichiarazione di Napoli» per la collaborazione culturale nel Mediterraneo: occasione mancata?, pressenza.com,  21.06.22

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Una risposta a ☀️ Pensiero meridiano

  1. pasroma scrive:

    Apprezzo molto il nome che l’amministrazione ha dato a questa sezione.

    Mediterraneo, Magna Grecia, Bisanzio (bizantino), mezzogiorno, in Italia sono nomi che hanno cattiva stampa, magari non per solo pregiudizio ma per semplice ignoranza e/o disinteresse.

    Sotto tale denominazione invece persino i nativi del Mato Grosso e finanche i cannibali dell’Oceania sono oggetto di studio e non di soli pregiudizi.

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