Views: 88
Ho adottato una cavalletta, tolta dalle grinfie del gatto, Il Matto. Non so perché ci viene questo istinto di salvare quello che la natura ha stabilito come comportamento predatorio per cibarsi. Siamo degli ipocriti, mangiamo mucche mandate al macello (vi assicuro che spettacolo molto inquietante), polli allevati in concentrazioni insostenibili, uova prodotte con cicli di luce di 24 ore. Poi ci facciamo commuovere dal gatto che porta uccellino, lucertola o cavalletta? Ludmilla sta benissimo, ormai ci conosciamo, mi mangia i germogli, ho provato con insalata di campo ma le piacciono i germogli freschi, penso non mangino foglie morte, però l’acqua gradisce, le metto goccioline sul ramo. In casa sopravvive all’inverno, ci diamo del tu! Quello che ho notato che si muove con estrema lentezza e si mimetizza bene, quando salta però è velocissima. È anche bella cicciotta! Il gatto l’ha adocchiata, ha freddo, sta sulle lampadine, è visibile. Pure questa è un’esperienza, come dire, si fida di me, se mi avvicino con le mani, questo è un po’ emozionante, credo che le piaccia la musica Jazz. Il bello di questa esperienza con cavalletta è che nel mio pensiero immaginario, mi pare che stiamo bene insieme, mi pare che mi osservi, io sicuramente la osservo ed il fatto più emozionante è che non tiene distanza di sicurezza, si fa avvicinare, come se capisse che la voglio proteggere, ma è probabile che queste siano umanizzazioni di pensiero trasferite ad un insetto. Oggi pomeriggio ha fatto un salto, senza sollecitazioni, un segnale di fine ciclo vitale forse, mi è parso cercasse il buio sotto la cassapanca, non sono intervenuta. L’indomani ho guardato sotto la cassapanca, in tutti gli angoli, pensavo di trovarla morta, tipo “l’ultimo salto”, in realtà non ho trovato nulla, nemmeno i resti di possibile agguato del Matto, Ludmillla è desaparesida. Certo è che i sospetti ricadono sul felino, ha lo sguardo del fetente fin da quando era baby cat, stava in un palmo di mano e nonostante malconcio soffiava come una tigre. 🪆 Elisabetta Romanelli – 17.01.2023 |
📖 La mosca di zio Tobia «Và», disse mentre era a tavola a una grossa mosca che gli aveva ronzato sul naso e lo aveva crudelmente tormentato per tutto il pranzo, quando, dopo infiniti tentativi, finalmente riuscì ad acchiapparla al volo. «Non voglio farti del male», disse mio zio Tobia, alzandosi e attraversando tutta la stanza con la bestiola fra le dita, «non ti torcerò un capello.» E frattanto apre la finestra e allarga le dita per renderle la libertà: «Và’, poveraccia. Perché dovrei farti del male? Il mondo è certamente largo abbastanza per contenere tanto te che me». 📌 Laurence Sterne, Tristram Shandy, vol. I. cap 12 |
Signor Anonimo Siracusano,
Ludmilla non ha mai visitato Siracusa, può questo esentare da cataclisma in Amazzonia?
Tiresia, nell’esperire, perse la vista ma ebbe in dono la capacità di vedere il futuro.
Ma lo sa l’autrice che salvare dalle grinfie del gatto una cavalletta a Roma può causare un cataclisma in Amazzonia?
Impari a non turbare l’ordine naturale delle cose e si ricordi in cosa incappò Tiresia quando, passeggiando sul Citerone, separò dall’accoppiamento due serpenti.