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Europa da rifare

📌 Gli europei occidentali hanno perso i primati e non riescono ad elaborare il lutto.
Secondo i “valori” che contano per loro cioè potenza economica, la classifica è la seguente:
1) Usa
2) Cina
3) Giappone
4) Germania

Dal punto di vista economico, quindi, il mondo ha due poli America ed Asia.

La Germania è in Europa ma l’Europa non è Germania, (non ancora?) invece l’Europa è UE e NATO.

La NATO è una alleanza militare a guida Usa, quindi l’Europa mette le sue bandierine colorate ma tutti gli obiettivi li mette gli Usa.

La UE è un groviglio di norme, regolamenti, direttive e che ha una bi-sede come la bistrattata Calabria, tra Reggio e Catanzaro.
Il fulcro sono le 33.000 lobby registrate a Bruxelles dove quelle più ‘convincenti” sono le americane sia per i soldi, per il braccio militare della NATO e per i “servizi”, dove non esiste politico, industriale, burocrate che non sia costantemente monitorato.
Insomma non conta nulla non avendo agibilità autonoma sia in politica estera che militare e persino economica, in quando gli Usa si sono presi la giurisdizione mondiale delle sanzioni economiche.

Per queste considerazioni l’Europa è solo una specie di Centro Commerciale (ispirati ed amichevolmente imposti dagli americani).
Insomma tutto quello che dicono, pensano, sperano, vogliono, auspicano … gli europei non valgono niente, solo talk show.

🥸 Diritto di critica

  18.03.2022 Pasquale Romanello


Riferimenti

 Tommaso Detti, Perché l’Europa? Ascesa e declino del primato europeo tra Otto e Novecento, Novecento.org, 02.11.2017

Sviluppo UE, da Unione europea, Wikipedia
 

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Una risposta a 📋 Articoli brevi

  1. Alessio_Andreoli scrive:

    Una mela al giorno

    Una mela al giorno leva il medico di torno e un boss al trimestre trasforma Meloni in extraterrestre.
    La stessa visita alla stele di Capaci assume un significato simbolico estremamente forte, sia per la visita in sé stessa, che per il fatto che il Presidente del Consiglio abbia scelto di effettuarla in solitudine e molti hanno apprezzato la scelta di non farsi accompagnare. Anche in questa occasione la nostra Giorgia nazionale ha dimostrato le sue abilità di raffinata politica. Pure l’illuminazione di trasformare il giorno dell’arresto in giornata nazionale contro le mafie aggiunge una pietra alla prossima santificazione. Ma torniamo all’arresto (siamo sicuri di poter usare questa parola?). In questi giorni è stato scritto di tutto e di più, tra le tante cose che colpiscono maggiormente è questo giornaliero centellinare di notizie sugli oggetti di ordinario uso del boss. Non li elenco per non mettermi al livello dei cronisti che già lo fanno mirabilmente anche con grande dovizia di piccanti particolari. Sarebbe interessante conoscere anche chi e perché diffonde tutti i dettagli alla stampa o forse dovremmo solo chiederci il perché, il chi non importa molto visto che se capiamo il perché, il chi viene di conseguenza. E’ fin troppo semplice pensare e scrivere che il tutto serve per distrarci da tutti gli altri problemi che ci affliggono oramai da qualche anno, che serve qualche cosa da dare in pasto al popolo per tenergli la mente occupata perché evidentemente il calcio Domenicale, nonostante i falsi in bilancio, non interessa più molto o perlomeno non come qualche decina di anni fa. Ci stanno abituando, da molto tempo al pettegolezzo, lo sono ad esempio tutti gli articoli su Totti e consorte anche in questo caso con sfoggio di dettagli sulle e sugli amanti, dai Rolex alle borse di lusso.
    E noi lì a far crescere gli ascolti del GFV, dell’Isola dei famosi, a cliccare sui link che rimandano all’ultima notizia di gossip che essa sia vera o inventata poco importa: a noi piace il pettegolezzo, lo amiamo infinitamente. Lo amiamo da quando incominciarono a darci in pasto Dallas, Uccelli di rovo, Dinasty e non so quali altre soap opere. Siamo nel 2023, nel XXI secolo, abbiamo computer, intelligenze artificiali, robot e mille altre diavolerie ma ci manca una cosa fondamentale per definirci maturi: la cultura o comunque il desiderio di accrescerla.

    Alessio Andreoli

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