📖 Corsi Giovanni

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Giovanni Corsi

Ricercatore / Tecnologo ‖ Istituto Nazionale di Valutazione – INVALSI (ex) ‖

                   

 Con Nicolini era così. Racconti demenziali, ma non troppo, Amazon, 2024

Con Nicolini era così” Recensione di Giulia Ottoni 

Con Nicolini era così” Recensione di Robert Von Sachsen Bellony, in Paese Roma

Questo libro, “Con Nicolini era così,” di Giovanni Corsi, è una raccolta di brevi racconti bizzarri, molti dei quali presentano bambini e animali in situazioni satiriche.

Le storie sono inquadrate in un contesto storico e politico specifico, facendo riferimento all’epoca della carica di Renato Nicolini come Assessore alla Cultura di Roma negli anni ’70 e ’80. Il testo utilizza efficacemente l’umorismo e la satira per criticare i problemi sociali, offrendo una prospettiva unica sugli eventi politici e sulla vita urbana a Roma.

Punti di forza: Narrazione coinvolgente: Le storie sono generalmente ben scritte, di facile lettura e coinvolgenti. La natura bizzarra delle narrazioni assicura che il testo sia accessibile a un pubblico più ampio.

Commento satirico: Il libro utilizza con successo l’umorismo e la satira per commentare questioni sociali come la corruzione politica, la pianificazione urbanistica, le disuguaglianze sociali e la burocrazia.
Contesto storico: L’inclusione del contesto storico che circonda l’”Estate Romana” e il periodo di Nicolini come assessore aggiunge profondità e rilevanza, radicando le storie bizzarre in un particolare clima politico.

Uso creativo dell’IA: L’uso di commenti di IA per fornire prospettive aggiuntive su ogni storia aggiunge un elemento moderno e nuovo. L’integrazione appare relativamente fluida.
Illustrazioni: L’inclusione di illustrazioni appropriate all’epoca completa bene il testo, migliorando l’estetica generale e la sensazione del libro.

Punti deboli: Inconsistenza nel tono: Sebbene il tono bizzarro sia in gran parte efficace, vi è un’inconsistenza occasionale. Alcune storie si appoggiano maggiormente sulla satira, mentre altre si basano maggiormente su scenari bizzarri.
Allegorie eccessivamente semplicistiche: A volte gli elementi satirici appaiono eccessivamente semplicistici, potenzialmente limitando la profondità della critica. Allegorie più sfumate potrebbero essere più incisive.
Sviluppo limitato dei personaggi: Molti personaggi mancano di profondità. Le loro personalità spesso servono la narrazione piuttosto che offrire un ritratto più completo.

Con Nicolini era così” offre un commento leggero ma stimolante su questioni sociali e politiche attraverso racconti immaginativi. L’inclusione di interpretazioni generate dall’IA aggiunge una dimensione contemporanea. Sebbene la profondità satirica possa essere migliorata e la coerenza del tono potrebbe essere perfezionata, è un’opera coinvolgente adatta ai lettori interessati alla narrativa satirica con un contesto storico unico. Il mix di umorismo e commento sociale del libro lo rende una lettura piacevole e memorabile

 Pasquale Di Matteo

Scrittore | Esperto di Comunicazione | Critico d’Arte Internazionale | Opinionista su Arte, Politica e Attualità

Con Nicolini era così

Dal mio modesto punto di vista, trovo che sia un lavoro originale. I racconti, con il loro tono surreale e grottesco, catturano l’attenzione grazie a situazioni assurde ma ricche di significato simbolico. La narrativa sfrutta elementi fantastici, come bambini armati di martelli, animali bibliotecari o una sfida tra asini e cavalli, per riflettere su problemi sociali che sono importanti nel nostro tempo.
La stessa critica sociale risulta efficace, attraverso una satira che costringe a riflettere.

Lo stile scorrevole è adatto al contenuto e la narrazione riesce a essere ironica senza risultare pesante, mantenendo il lettore coinvolto.
Inoltre, il riferimento a Renato Nicolini, assessore che trasformò Roma in un palcoscenico culturale, crea un interessante legame con il passato, arricchendo i racconti di una dimensione storica e sociopolitica, oltre che enfatizzare lo svilimento culturale della nostra società.
Sebbene i personaggi siano spesso archetipi funzionali alla satira, un maggiore sviluppo delle loro emozioni e personalità potrebbe renderli più memorabili e favorire l’empatia del lettore, ma risultano, comunque, più che buoni.
Si potrebbe equilibrare la satira, poiché alcuni racconti rischiano di dilungarsi in eccesso nella parte satirica, perdendo un po’ l’impatto narrativo. Una sintesi maggiore potrebbe migliorare la struttura delle storie, ma proprio a voler cercare il pelo nell’uovo, come si suol dire.
Nonostante il filo conduttore della critica sociale, i racconti variano molto nel tono e nell’approccio. Potrebbe essere utile rafforzare un tema centrale che colleghi in modo più saldo e vari episodi. Per un editore, il libro potrebbe essere un po’ “slegato”.
I riferimenti storici e politici sono intriganti, ma a volte impliciti. Approfondire alcuni aspetti storici o contestuali, per esempio attraverso note o una breve introduzione ai racconti, potrebbe arricchire la comprensione per un pubblico più ampio. Soprattutto in Italia, dove l’istruzione è media e la cultura generale piuttosto bassa.
Nel complesso, mi sembra un’opera brillante, che utilizza la satira e la fantasia per affrontare temi complessi con leggerezza e acume. Con piccoli miglioramenti nella coesione tematica e nello sviluppo narrativo, il libro potrebbe raggiungere un livello ancora più alto, diventando un punto di riferimento nella narrativa satirica contemporanea.

  Domenica Currò 
English and Spanish teacher at MIUR specialized in CLIL method and and STE”A”M approach    WITH NICOLINI, IT WAS LIKE THIS: Zany Tales, but Not Too Much, Amazon, 2024

Proporre un commento su Con Nicolini era così presuppone una lettura in chiave simbolica e metaforica. D’altronde è l’A. I. (Intelligenza artificiale) a proporci una precisa analisi dei temi contenuti nel testo; per cui, l’intelligenza va arricchita dalla coscienza se si vuole cogliere l’effettiva tessitura narrativa. Solo una lettura cosciente permette di creare, infatti, uno spazio di crescita interiore e sociale, in cui è condizione necessaria il sovvertimento delle convenzioni. Lo spazio urbano ricopre un ruolo centrale nel testo e mostra alla natura il suo volto, ripercuotendosi a livello inconscio.
La coscienza, in questi racconti sull’evoluzione involutiva della città eterna, deve gareggiare strategicamente e resistere anche quando si sforza ad emergere in un contesto in cui a vincere è unicamente l’attenzione mediatica. Questa vittoria può essere conquistata con la spontaneità infantile, senza artifici e mossa dall’entusiasmo.
Il libro esordisce con una visione futurista che annuncia la decostruzione delle illusioni di cui ci serviamo per andare avanti, con l’immagine dell’attività ludica dei bambini che con innato coraggio distruggono le costruzioni moderne. Essi non dipendono dalle macchine perché sono dotati della spinta vitale che gli permette di costruirsi uno spazio interiore illimitato, attraverso il gioco essi sanno cogliere la vera natura dell’esistenza.
Il testo evidenzia come lo spazio urbano e l’esperienza sensoriale di esso siano lontani dalla sostenibilità umana. In questo contesto alienante è evidente la mancanza di coesione e basta un gesto spontaneo per generare, come un soffio, la caduta del castello di carte che costruiamo per raccontarci che siamo in controllo.
Si evince che tutto è simbolo e che questa natura creativa viene pervasivamente soffocata dalla retorica chiassosa che ci impedisce di entrare in contatto con il nostro vero sé. Le immagini sono oniriche e, in questo spettacolo surreale, l’ego si sgonfia e precipita nella sua controparte primordiale.
I confini della città si deformano e si contraggono come una membrana opprimente e, solo ponendoci come osservatori esterni, ne possiamo cogliere il messaggio paradossale e colmare la mancanza di senso.
É ancora una volta l’infanzia ad insegnarci a come riappropriarci del mondo attraverso i nostri sensi, imparando a dire “No”, assaporando la vita con più discernimento. In questo modo ci sentiremo più al sicuro ed accolti, non avremo paura della verità, né del futuro e potremo riappropriarci della vita vera.

  Alessandra Sabbatini  
Correttore di bozze | editor | lettore editoriale

Non mi sono potuta permettere una lettura integrale, ma ho letto la prefazione, l’appendice e alcuni racconti.
Per quanto riguarda lo stile, a parte rare sviste, mi sembra ben scritto; anche il contenuto dei racconti è lodevole perché riesce a divertire e far riflettere allo stesso tempo. L’idea di far commentare all’AI ogni racconto è originale e penso possa fornire interessanti spunti di riflessione (a favore o contro che siano).
Trovo però fuorviante il titolo e la prefazione, che fanno pensare a un saggio politico: ci si aspetta un resoconto della vita e/o dell’attività di Nicolini, mentre in realtà il libro è una raccolta di racconti fantastici. Temo non sia una buona idea “relegare” alla fine del libro quella che presumo sia la risposta (e cioè che i racconti sono stati scritti nel periodo in cui lui era assessore), oltretutto nascosta all’interno dell’appendice. Questa frase:
“Molti racconti, scritti intorno al 1980, si ispirano all’atmosfera caotica e gioiosa, quasi surreale, che si respirava nella Capitale nell’era “Nicoliniana” e descrivono personaggi fantastici in cui, volendo, possono riconoscersi persone reali, soprattutto politici e burocrati, che governarono la città dal 1948 in poi” andrebbe secondo me messa all’inizio, addirittura in copertina, in modo che i lettori capiscano cosa c’entra Nicolini con una raccolta di racconti.
Mi sembra poi molto difficile individuare un target di riferimento: il tema del libro, come già detto, sembra essere la politica, e lo stile appare pensato per un pubblico adulto, mentre i racconti sembrano decisamente adatti a giovani lettori. Non è quindi chiaro se vada pubblicizzato e venduto come libro per adulti o per bambini.
Ho trovato infine molto singolare la scelta di mettere numerose note a piè di pagina per termini ed espressioni di comune utilizzo: non credo esista lettore, per quanto giovane, che non conosca Roma o i Romani, che non sappia cosa sia uno sciopero, o un sindaco, o una metropolitana.
Spero che le mie umili osservazioni possano esserle utili.
Un caro saluto e a presto.

Alessandra

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